IL CATECHISMO PER I FANCIULLI E PER I RAGAZZI
Per i catechisti parrocchiali il 1991 rappresentò un anno importante. Infatti in quell'anno l'Ufficio catechistico nazionale della CEI accompagnò la pubblicazione e la consegna dei quattro volumi del "Catechismo per l'iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi" mediante una specifica nota di presentazione del catechismo stesso. La consegna autorevole alle Diocesi dei testi "Io sono con voi", "Venite con me", "Sarete miei testimoni", " Vi ho chiamato amici", da parte della Conferenza Episcopale Italiana, costituì per il movimento catechistico nel nostro Paese un momento particolarmente significativo e un invito a un rinnovato impegno nella pastorale catechistica, davanti alle nuove esigenze e domande poste dall'allora contesto sempre più, come ora, attuale.
La catechesi dei fanciulli e dei ragazzi infatti non può essere pensata in modo a sé stante, ma all'interno della centralità di una comunità cristiana adulta e all'interno di una precisa scelta pastorale: l'evangelizzazione per un processo di iniziazione cristiana.
Anche i catechismi a essi destinati vanno compresi e utilizzati in questa prospettiva: a servizio cioè di una catechesi che promuova un più ampio processo di iniziazione alla vita cristiana e che in tale processo si inserisca come momento qualificante e specifico. Leggi ancora ...
Per questo fu auspicio della CEI ma anche di ogni Parroco che le pagine per gli educatori presenti in ogni capitolo dei quattro volumi del catechismo - potessero aiutare i catechisti a sviluppare una catechesi a servizio di un'autentica iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, dove la conoscenza dei contenuti della fede sia fondata su un vero annuncio di Gesù Cristo, morto e risorto, e sia sempre accompagnata da un'esperienza vitale e sacramentale nella partecipazione alla vita e alla missione della omunità ecclesiale, attraverso un cammino graduale e tappe successive di crescita.
Anche la consegna del Catechismo per l'iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, in tale prospettiva, da allora si può meglio inserire nel cammino pastorale della Chiesa italiana, ed ispirato sin dai primi anni '90 dagli orientamenti "Evangelizzazione e testimonianza della carità"; anzi, dell'evangelo della carità, il catechismo stesso può essere pur nei suoi limiti, segno e strumento.
PER I GENITORI ... l’importanza del catechismo come esperienza di comunione con Dio
Molti si chiedono perché iscrivere i bambini al catechismo, quale significato ha questo gesto? Il catechismo è essenzialmente un’esperienza di comunione con Dio, con la sua parola e la storia di salvezza, ma anche con la comunità cristiana, con i catechisti e con la famiglia. Inoltre, iscrivere un bambino al catechismo significa scegliere l’amore di Dio, ossia un’occasione per valutare e chiarire l’esperienza di fede vissuta e per rinnovare il desiderio di vivere con gratitudine e speranza nel cammino che il Signore ha tracciato per noi e per i nostri figli.
Un’ora alla settimana che rappresenta un importante momento di crescita. Esso si svolge in parrocchia e coinvolge i bambini tra i 7 e i 10 anni per la preparazione alla Prima Comunione (di solito dura tre anni) e i ragazzi tra i 12 e i 14 anni per la preparazione alla Cresima. Per poter essere vicini ai propri figli in questo impegno è necessario avere almeno qualche informazione di base.
La prima, forse la più banale: che cosa vuol dire catechismo? La parola deriva dal greco ed è il riassunto della dottrina di Gesù che i bambini sono chiamati a imparare in vista dell’incontro con i sacramenti. Papa Francesco quando ha incontrato i catechisti ha sottolineato che “la catechesi è un pilastro per l’educazione della fede. Ci vogliono buoni catechisti!”. “Anche se a volte può essere difficile, educare nella fede è bello! La migliore eredità che noi possiamo dare ai figli è la fede, affinché questa possa crescere la comunità cristiana deve aiutare i bambini, i ragazzi, i giovani, gli adulti a conoscere e ad amare sempre di più il Signore, solo così si costruisce la Chiesa! Bisogna essere tutti catechisti. Essere catechista è una vocazione che ci viene dal Battesimo, perché coinvolge la vita e ci prepara all’incontro con Gesù con le parole e con la testimonianza.” Leggi ancora ...
Se essere catechisti implica tutto un modo di vivere, non si può essere catechista una sola ora alla settimana: lo si è in tutti i momenti della giornata. È uno stile di vita che deve guidare le scelte e dare forma alla testimonianza quotidiana. Con il catechismo si trasmettono ai ragazzi i fondamenti della fede, aiutandoli a diventare persone mature, capaci di scelte motivate e coerenti. Infatti, l’immagine di Dio che i nostri ragazzi si faranno sarà in relazione con il nostro modo di parlarne e con i contenuti di cui ci siamo serviti per trasmettere il messaggio evangelico.
Fare catechismo è sostanzialmente annunciare Gesù e accompagnare i bambini a un incontro personale con Lui, che è via al Padre, nello Spirito Santo. Noi parliamo ai bambini di un Dio vicino, che sa farsi compagno di viaggio, che parla all’uomo in tanti modi, servendosi via via di interlocutori e intermediari diversi. È un Dio che si propone, offrendo a tutti la possibilità di credere, ma nella piena libertà. Da questa esperienza il bambino il ragazzo e il giovane ne uscirà rafforzato nella fede e nell’anima. Sarà il bambino stesso a non vedere l’ora di andare al catechismo. Per cui ai genitori non resterà che accompagnare per mano i loro figli in questa nuova avventura…
I catechisti